La designazione del beneficiario dei vantaggi di un'assicurazione sulla vita, quale che sia la forma prescelta fra quelle previste dal secondo comma dell'art. 1920 cod. civ.", si pone alla stregua di "atto inter vivos con effetti post mortem".
Lo ha precisato la Cassazione, all’interno della sentenza n. 28749/2024. Il provvedimento della terza sezione civile è risalente allo scorso 7 novembre.
La generica individuazione quali beneficiari degli "eredi (legittimi e/o testamentari)" ne comporta l'identificazione soggettiva con coloro che, al momento della morte dello stipulante, rivestano tale qualità in forza del titolo della astratta delazione ereditaria prescelto dal medesimo contraente".
Ciò in quanto, concludono i giudici di piazza Cavour, "il termine "eredi" viene attribuito dalla designazione allo scopo precipuo di fornire all'assicuratore un criterio univoco di individuazione del creditore della prestazione, e perciò prescinde dall'effettiva vocazione.