In materia di provvedimenti "de potestate" ex artt. 330, 333 e 336 c.c., il decreto pronunciato dalla Corte d'appello sul reclamo avverso quello del Tribunale per i minorenni è impugnabile con il ricorso per Cassazione.
La precisazione in questione giunge direttamente dalla Suprema Corte, all’interno di una recente ordinanza. Il provvedimento n. 14761/2023 è stato depositato dalla prima sezione civile lo scorso 26 maggio.
Tale rilievo si giustifica in virtù del fatto che il provvedimento possiede, al pari del decreto reclamato, carattere decisorio e definitivo, in quanto incidente su diritti di natura personalissima e di primario rango costituzionale.
Inoltre, precisano i giudici di piazza Cavour, appare modificabile e revocabile soltanto per la sopravvenienza di nuove circostanze di fatto e quindi risulta idoneo ad acquistare efficacia di giudicato, sia pure "rebus sic stantibus ", anche quando non sia stato emesso a conclusione del procedimento per essere stato, anzi, espressamente pronunciato "in via non definitiva" .
In conclusione, si legge nel provvedimento, va ricordato che si tratta di un provvedimento che riveste comunque carattere decisorio, quando non sia stato adottato a titolo provvisorio ed urgente, idoneo ad incidere in modo tendenzialmente stabile sull'esercizio della responsabilità genitoriale.