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Direttiva Ue per maggiori tutele alle vittime di reato

8 agosto 2023

Presidenza AIAF ,

Un importante rafforzamento della tutela delle vittime, anche per evitare forme di vittimizzazione secondaria e fare in modo che gli Stati membri istituiscano una linea telefonica verde universale, con un numero valido in tutta Europa. Inserimento, inoltre, di una norma specifica rivolta alle vittime di violenza domestica e contro le donne.

È questo lo scenario che è stato delineato dalla proposta di direttiva 424-2023 presentata dalla Commissione europea lo scorso12 luglio, che andrà a modificare la direttiva 2012/29 contenente le norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato (recepita in Italia con il decreto legislativo 212/2015).

La proposta, con modifiche al precedente quadro normativo, tiene conto del fatto che, dopo oltre dieci anni e l’incremento costante di reati attraverso il web, è necessario procedere ad un vero restyling riguardante anche un rafforzamento del diritto al risarcimento, che non deve essere oggetto di un procedimento separato. Inoltre, lo Stato dovrebbe procedere al risarcimento immediato nei confronti della vittima, con successiva azione di rivalsa sull’autore del reato.

Il punto di forza della proposta è, certamente, il miglioramento della tutela delle donne.

Gli Stati dovranno garantire misure di sicurezza parametrate a persone particolarmente vulnerabili come minori di età, anziani, persone con disabilità e vittime di reati d’odio. Inoltre, viene introdotta una norma che impone di consentire di denunciare i reati attraverso le nuove tecnologie dell’informazione.

Oltre ad un rafforzamento generale delle misure per le vittime minorenni, l’articolo 23 richiede agli Stati di applicare misure di protezione come la presenza continua o temporanea delle autorità di polizia, nonché ordini di interdizione, di restrizione o di protezione. Se il reato coinvolge il titolare della responsabilità genitoriale, gli Stati dovranno mettere in primo piano l’interesse superiore del minore.

La proposta passa, adesso, all’esame del Parlamento e del Consiglio.