In tema di violenza sessuale, le dichiarazioni della persona offesa costituita parte civile possono essere poste, anche da sole, a fondamento dell'affermazione di responsabilità penale dell'imputato.
Ciò previa verifica, più penetrante e rigorosa rispetto a quella richiesta per la valutazione delle dichiarazioni di altri testimoni, della credibilità soggettiva del dichiarante e dell'attendibilità intrinseca del suo racconto.
Lo precisa la Corte di Cassazione, all’interno della sentenza n. 36170/2023.
Il provvedimento è stato emesso dalla terza sezione penale e depositato lo scorso 30 agosto.
Qualora risulti opportuna l'acquisizione di riscontri estrinseci, precisano i giudici di piazza Cavour, questi possono consistere in qualsiasi elemento idoneo a escludere l'intento calunniatorio del dichiarante, non dovendo risolversi in autonome prove del fatto, né assistere ogni segmento della narrazione.