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Ne bis in idem, la specificazione del dato temporale costituisce condizione imprescindibile per garantire il rispetto di tale principio

12 settembre 2023

News Regionale - Sicilia ,

Attraverso la sentenza n. 35876 /2023, depositata il 28 agosto, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi in materia d i maltrattamenti in famiglia, in particolare sulla violazione del principio del ne bis in idem.

L’imputato in questione , accusato del delitto di lesioni volontarie e ritenuto responsabile del delitto di maltrattamenti in famiglia, ricorre va in Cassazione deducendo, specificamente , la violazione del principio sopra citato.

La doglianza viene giudicata fondata dal Collegio di piazza Cavour. Con la sentenza n. 200/2016, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 649 c.p.p., per contrasto con l'art. 117, comma 1, Cost., in relazione all'art. 4 del Protocollo n. 7 della CEDU, nella parte in cui, secondo il diritto vivente, esclude che il fatto sia il medesimo per la sola circostanza che sussiste un concorso formale tra il reato già giudicato con sentenza irrevocabile e il reato per cui è iniziato il nuovo procedimento penale, chiarendo, in particolare, che la Convenzione Europea impone agli Stati membri di applicare il divieto di bis in idem in base ad una concezione naturalistica del fatto, ma non di restringere quest'ultimo nella sfera della sola azione od omissione dell'agente.

Secondo la Suprema Corte, in conclusione, la specificazione del dato temporale costituisce condizione imprescindibile per garantire il rispetto del ne bis in idem.