Con un’interessante sentenza la Corte di Cassazione ha delineato il rapporto tra il delitto di riduzione in servitù e quello di violenza sessuale.
Il provvedimento è il n. 26152/2024 ed è stato depositato dalla quinta sezione penale lo scorso 3 luglio.
Dopo aver passato in rassegna le nozioni peculiari dei due delitti, i giudici di piazza Cavour entrano nello specifico della questione.
Il delitto di riduzione in servitù, attuato mediante violenza e minaccia costringendo la vittima a prestazioni sessuali, non può concorrere, per il principio di specialità, con quello di violenza sessuale configurato in relazione alle medesime condotte.
Ciò, afferma il Collegio, in quanto contiene tutti gli elementi costitutivi di quest'ultimo, nonché, in funzione specializzante, l'ulteriore requisito della riduzione in stato di soggezione continuativa.
