Manca meno di una settimana alla prima scadenza del 28 febbraio per presentare domanda per avere subito l'importo, da marzo (ma gli arretrati non si perdono e nel caso di domanda presentate in seguito, arriveranno nei mesi successivi). A quella data bisogna aver rinnovato l'Isee. Non sarà necessario però allegare l'Isee alla domanda, perché è l'Inps a leggere direttamente i dati dalle banche dati attraverso il codice fiscale del minore a cui spetta il beneficio. Un focus specifico sull’istituto e sulle novità in arrivo appare utile per avere un quadro chiaro sulla temarica.
L’assegno unico per i figli, in quanto universale, viene riconosciuto anche a chi non ha una dichiarazione Isee in corso di validità, seppur nel suo importo minimo. Per presentare domanda, pertanto, non è obbligatorio calcolare l’Isee 2022 del nucleo familiare: lo ha precisato anche la circolare Inps n. 23 del 9 febbraio scorso. E resta comunque possibile richiederlo in un secondo momento, dopo aver fatto domanda per l’assegno unico. Con il vantaggio che intanto - se l’istanza per l’assegno viene inviata entro fine febbraio - dal mese marzo si riceverà la quota minima e poi, a conguaglio, gli eventuali importi aggiuntivi, ricalcolati in base al valore dell’indicatore.
Non presentare l’Isee subito, però, potrebbe determinare qualche rischio, legato alle tempistiche dei conguagli, cui è bene prestare attenzione.
Entro fine febbraio è necessario fare domanda per poter ricevere l’assegno unico a partire da marzo, quando contestualmente verranno eliminati dalla busta paga gli importi delle detrazioni fiscali per i figli a carico e gli assegni al nucleo familiare. Solo così non si rischia di perdere liquidità - anche solo temporaneamente - in un momento in cui i budget familiari sono già messi sotto stress dai rincari. Il «fattore tempo», quindi, potrebbe rivelarsi determinante.
In questo contesto la raccolta della documentazione necessaria per compilare la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) da inviare per elaborare l’Isee, sia tramite procedura precompilata online sia presso un patronato, potrebbe richiedere tempo: le informazioni reddituali e patrimoniali necessarie sono numerose e potrebbe non essere immediato recuperarle, soprattutto per le famiglie che finora non hanno mai elaborato l’Isee. Questo strumento, infatti, finora veniva utilizzato solo per alcune prestazioni sociali, mentre l’assegno unico lo estende potenzialmente alla totalità delle famiglie con figli ed anche a professionisti e lavoratori autonomi che non venivano raggiunti dai vecchi assegni al nucleo familiare (se non da quello “temporaneo” introdotto a luglio 2021, come misura ponte in attesa dell’assegno unico). Senza contare nella Dsu vanno inseriti anche tutti i dati patrimoniali (mobiliari e immobiliari) dei membri del nucleo familiare e non tutti sono abituati, o disposti, a dichiararli.
Non stupisce, quindi, evidenziare che la maggior parte delle domande presentate finora all’Inps sia arrivato online, tramite istanza fai-da-te (1,15 milioni su 1,75 milioni, in base ai dati Inps aggiornati al 15 febbraio): questo fa presumere la circostanza che molte istanze siano state inviate dalle famiglie anche senza presentare l’Isee. Per questo è importante capire quali sono i rischi e le conseguenze.
Le famiglie che presenteranno domanda per l’assegno unico senza Isee avranno diritto all’importo minimo dell’assegno, 50 euro a figlio. Lo stesso che viene destinato ha un Isee superiore a 40mila euro. Eppure parecchie famiglie, magari, potrebbero ambire anche a importi maggiori.
Infatti, i meccanismi di calcolo dell’Isee, se da un lato per la prima volta includono gli aspetti patrimoniali, dall’altro consentono di abbattere gli importi strettamente reddituali attraverso la scala di equivalenza legata al numero di componenti del nucleo familiare e le eventuali deduzioni legate al mutuo o all’affitto.
Anche se la domanda per l’assegno unico viene presentata senza Isee, quest’ultimo può comunque essere elaborato entro fine febbraio senza grandi conseguenze. Non è necessario, infatti, allegare l’Isee alla domanda, visto che sarà l’Inps a leggere i dati reperendoli dalle banche dati attraverso il codice fiscale del minore per cui si richiede il beneficio. Se poi l’Isee 2022 viene elaborato per tempo, già a partire dalle prime erogazioni di marzo gli importi spettanti saranno calcolati in forma piena. L’importo mensile spettante, insomma, è determinato tenuto conto dell’Isee presente al momento.
Come precisato dalla circolare Inps n.23 del 9 febbraio scorso, però, l’importo mensile spettante - determinato in base all’IseeE presente al momento della domanda - resta «fisso per tutte le rate», cioè per tutte le 12 mensilità fino a febbraio dell’anno successivo. L’eventuale conguaglio «verrà effettuato generalmente nelle mensilità di gennaio e febbraio di ogni anno successivo» e, solo a quel punto, si farà riferimento all’Isee in corso di validità al 31 dicembre dell’anno precedente.
Con due modalità differenti di conguaglio a seconda che l’Isee sia stato calcolato comunque entro giugno oppure successivamente.
Resta obbligatorio, in ogni caso, comunicare durante l’anno eventuali variazioni del nucleo familiare aggiornando la Dsu ai fini Isee. Anche in questo caso, l’erogazione (o restituzione) degli eventuali importi ricalcolati in base all’indicatore aggiornato potrebbe però farsi attendere fino all’inizio dell’anno successivo (la circolare Inps n.23 del 9 febbraio scorso fissa i conguagli a gennaio - febbraio).
La domanda, si legge ancora nella circolare, «viene istruita e liquidata sulla base dell’Isee in corso di validità, ancorché recante omissioni o difformità». Con queste parole l'Inps, che effettua controlli durante tutto l’anno, fa sapere le erogazioni scatteranno lo stesso anche se l’Isee torna indietro con qualche difformità sui dati reddituali o patrimoniali. Nel frattempo entro fine anno l’utente, avvisato dall’istituto delle difformità esistenti, è tenuto a regolarizzare la Dsu. Qualora ciò non dovesse avvenire, si procederà al recupero dell’importo eccedente l'eventuale quota minima, che sarebbe invece spettata in assenza di Isee.
In ogni caso, per sanare la difformità, l’Inps potrà richiedere al cittadino idonea documentazione oppure si potrà presentare una nuova pratica Isee, priva di difformità, o richiederne al Caf la rettifica con effetto retroattivo se quest'ultimo ha commesso un errore materiale nell'inviarla. Ricordiamo che è anche facoltà dell’istituto segnalare eventuali difformità rilevanti alla guardia di Finanza.
Nella domanda per l’assegno unico, infine, è necessario dichiarare di essere consapevoli che, per avere la maggiorazione compensativa ex articolo 5 del Dlgs 230/2021, è necessario avere un Isee sotto i 25mila euro e aver percepito gli assegni al nucleo familiare l’anno precedente. Vien da se che chi, al momento della domanda, non è in possesso dell’Isee non può saperlo e di conseguenza non selezionare questa opzione. Non è ancora chiaro, tuttavia, cosa succede se l’Isee presentato in un secondo momento dovesse risultare idoneo.