Nuovo provvedimento della Cassazione in materia di assegno divorzile. La Suprema Corte torna sull’argomento con l’ordinanza n. 23082/2024, depositata lo scorso 26 agosto.
Un percorso professionale comunque sperequato a favore del marito, nonostante una condizione di sostanziale parità di competenza professionale tra i coniugi, nonché il peso pressoché esclusivo della conduzione della vita familiare, e in particolare l'accudimento della prole a carico della moglie, costituiscono condizioni tali da giustificare il riconoscimento dell’assegno divorzile in favore di quest’ultima, economicamente più debole, in funzione chiaramente compensativa.
Questo quanto statuito dalla prima sezione civile, con riferimento all’assegno riconosciuto in funzione meramente compensativa in favore dell’ex moglie, che mai aveva potuto esercitare la libera professione con profitto o intraprendere una carriera con un lavoro a tempo pieno, o solo lavorare e dedicarsi allo svago come invece ha fatto il marito, dovendosi occupare di due figli piccoli, anche nel ruolo di supplente del padre, dimostratosi assente.