La relazione affettiva, posta a fondamento dell’aggravante di cui al n. 5-quater del comma 1 dell'art. 609-ter c.p., si concreta in un legame stretto tra l'abusante e la vittima dal quale sia scaturita, quantunque in un breve lasso di tempo, una comunanza di amabili sentimenti che, se anche non sfociati in pregressi rapporti sessuali, si siano tradotti in un idem sentire, in piacevoli emozioni, in premure, nell'assunzione, anche solo potenziale, di doveri di umana solidarietà.
Queste rappresentano situazioni che, configurabili anche alternativamente tra loro, non costituiscono prerogativa delle sole coppie di fatto o conviventi, sul rilievo che la ratio della norma, la quale espressamente esclude la necessità della convivenza per l'integrazione dell'aggravante, mira a punire, con clausola di chiusura rispetto alle qualifiche soggettive tipiche (coniuge anche separato o divorziato), più severamente gli abusi sessuali che sono agevolati proprio dal rapporto di fiducia esistente tra le parti legate (o che sono state legate) affettivamente tra loro.
La sottolineatura è a firma della Suprema Corte ed è formulata nella sentenza n. 39970/2024. Il provvedimento della terza sezione penale è stato depositato in data 30 ottobre.
Ai fini della configurabilità dell’aggravante di cui all’art. 609-ter, comma 1, n. 5-quater c.p., chiariscono i giudici di piazza Cavour, è richiesto che il soggetto attivo del reato possieda o abbia posseduto determinate qualità soggettive le quali, indipendentemente dalla convivenza tra autore del reato e vittima, facilitino il delitto, qualora il colpevole sfrutti il rapporto di fiducia che la vittima ripone nell'aggressore - il quale, invece, ne approfitta per accedere violentemente o abusivamente nella sfera più intima della persona offesa - oppure rendano il delitto più efferato, perché compiuto nell'ambito delle mura domestiche e, comunque, dal coniuge o ex coniuge della vittima o da colui che ha intrattenuto una relazione affettiva non più attuale, indipendentemente da qualsiasi riferimento alla stabilità e/o durata della relazione affettiva.