In tema di violenza sessuale, con riferimento alla condotta di vita pregressa tenuta dalla vittima, deve essere rimarcato l'errore metodologico che risiede nella idealizzazione della vittima-modello del reato il cui comportamento deve adeguarsi, per essere credibile, a schemi comportamentali predefiniti e astratti.
Lo ha statuito la Corte di Cassazione, in una recente sentenza che torna ad approfondire il reato di violenza sessuale. Il provvedimento n. 1219/2025 è stato depositato dalla terza sezione penale lo scorso 13 gennaio.
Tali schemi, puntualizza il Collegio di piazza Cavour, vengono teorizzati da un approccio culturale-morale frutto, a sua volta, di pregiudizi non infrequentemente alimentati dalla personale esperienza di chi è chiamato a scrutinare il racconto della vittima.