Lo scorso 5 aprile 2022 il Parlamento Europeo ha emanato una Risoluzione sulla tutela dei diritti dei minori nei procedimenti di diritto civile, amministrativo e di famiglia.
Un documento assai dettagliato, ricco di particolari, volto ad illustrare una serie di interventi che gli Stati membri, si auspica, possano realizzare nel minor tempo possibile.
L’obiettivo è una giustizia interamente a misura dei minori.
Nella risoluzione, il Parlamento rileva come sempre più bambini e adolescenti entrino in contatto con il sistema giudiziario principalmente a causa dell'aumento del numero di divorzi, separazioni e adozioni.
In tali procedimenti occorre garantire a tutti i minori un accesso non discriminatorio alla giustizia, in particolare l'accesso agli organi giurisdizionali e a metodi alternativi di risoluzione delle controversie.
I minori hanno il diritto di partecipare, di essere ascoltati e di esprimere il proprio punto di vista, in rapporto alla loro età, alla loro maturità e alle loro abilità linguistiche, in qualsiasi procedimento concernente il loro benessere e le loro future modalità di vita.
A giudizio del Parlamento Europeo, le autorità competenti dovrebbero adottare un approccio multidisciplinare per sostenere la partecipazione dei minori a tali procedimenti.
Si ravvisa che nel contesto domestico e familiare, in presenza di un conflitto tra i genitori, i minori sono spesso vittime di "violenza assistita", in quanto testimoni di varie forme di maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, nei confronti di figure di riferimento o altre figure significative nella cerchia familiare.
Inevitabilmente, tali forme di violenza hanno gravi ripercussioni sullo sviluppo psicologico ed emotivo del minore: pertanto, è fondamentale prestare la dovuta attenzione a tale tipo di violenza quando l'audizione del minore ha luogo nell'ambito di procedimenti di diritto di famiglia, al fine di garantire che l'interesse superiore del minore sia considerato preminente.
Il Parlamento è al lavoro per realizzare un quadro comunitario per la tutela dei diritti dei minori nelle controversie civili transfrontaliere.
A ben vedere, preme rilevare come l'aumento della mobilità registri un ulteriore incremento del numero di bambini nati in famiglie con un elemento di carattere transfrontaliero.
Gli Stati membri, in quanto parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, devono considerare preminente l'interesse superiore del minore in qualsiasi azione pubblica, anche nel trattare le controversie familiari transfrontaliere. Invero, nell'ambito delle controversie familiari con implicazioni transfrontaliere, spesso le autorità competenti di alcuni Stati membri interpretano la tutela dell'interesse superiore del minore come la sua permanenza nel territorio dello Stato, anche nei casi in cui sono stati denunciati abusi e violenze domestiche commessi dal genitore residente in tale Stato;
I minori, coinvolti in controversie transfrontaliere in materia civile e di diritto di famiglia, dovrebbero godere degli stessi diritti, dello stesso livello di tutela, delle stesse garanzie procedurali e norme minime in tutti gli Stati membri, a prescindere dalla nazionalità dei genitori.
Nella risoluzione si rileva come ogni bambino abbia il diritto di conoscere i propri genitori e di essere accudito dagli stessi. In caso di separazione, ogni minore ha diritto ad intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con entrambi i genitori oppure, se i genitori non sono disponibili, con i parenti dei genitori o, ove non fosse possibile, con una persona di sua scelta.
La risoluzione illustra anche i prossimi passi dell’UE in tema di mediazione nelle cause riguardanti i minori.
In molti casi, precisa il Parlamento, la mediazione familiare si è dimostrata più rapida, economica e a misura del minore. Da Bruxelles incoraggiano il ricorso alla risoluzione alternativa delle controversie, a meno che ciò non sia contrario all'interesse superiore del minore, in particolare nei casi di violenza domestica e abusi sessuali.
La mediazione familiare transfrontaliera, invero, può facilitare la realizzazione di accordi tra i genitori, statuizioni che servono a difendere l'interesse superiore del minore, riducendo l'onere emotivo e finanziario e la complessità giuridica relativa ai procedimenti giudiziari.
Il Parlamento Europeo, dunque, invita gli Stati membri a garantire che in tutti i procedimenti riguardanti il benessere del minore e le sue future modalità di vita, i diritti del minore siano rispettati, garantiti e attuati pienamente e l'interesse superiore del minore abbia la massima priorità e sia debitamente integrato e applicato in modo coerente in tutte le azioni intraprese dalle istituzioni pubbliche, in particolare nei procedimenti giudiziari che hanno un impatto diretto e indiretto sui minori, conformemente all'articolo 24 della Carta.
Nella risoluzione si sottolinea come la pandemia da COVID-19 abbia creato ulteriori difficoltà nell'accesso alla giustizia, compresi i ritardi nei procedimenti; si invitano, pertanto, gli Stati membri a prevedere misure volte a facilitare l'accesso alla giustizia durante le pandemie, in particolare nel caso in cui un minore sia coinvolto in procedimenti civili, amministrativi o di diritto familiare.
Il Parlamento esorta la Commissione a presentare, senza indebito ritardo, una serie di orientamenti comuni o strumenti non legislativi analoghi, che dovrebbero includere raccomandazioni e migliori pratiche destinate agli Stati membri, al fine di garantire che l'audizione del minore sia condotta da un giudice o da un esperto qualificato e che non sia esercitata alcuna pressione, neanche da parte dei genitori; sottolinea che, in particolare nei procedimenti di diritto di famiglia, tali audizioni dovrebbero svolgersi in un contesto a misura di minore ed essere consoni all'età, alla maturità e alle abilità linguistiche del minore in termini di padronanza della lingua e dei contenuti, fornendo nel contempo tutte le garanzie tese ad assicurare il rispetto dell'integrità emotiva e dell'interesse superiore del minore e assicurando che l'autorità competente tenga in debita considerazione le opinioni del minore in funzione della sua età e maturità.
Ancora, si rammenta la necessità di riconoscere lo stretto legame tra procedimenti penali, civili e altri procedimenti giudiziari al fine di coordinare le risposte giudiziarie e le altre risposte legali alla violenza sui minori e alla violenza da parte del partner.
Il Parlamento raccomanda vivamente agli Stati membri di adottare un approccio multidisciplinare e di istituire servizi di consulenza e sostegno all'infanzia facilmente accessibili, di alta qualità, personalizzati, gratuiti e finanziati con fondi pubblici, sia all'interno che all'esterno dei tribunali.
Gli Stati membri vengono esortati a rispettare il diritto di ogni minore a mantenere contatti personali e diretti con ciascun genitore, indipendentemente dalla composizione del nucleo familiare o dal legame biologico, a meno che tali contatti non siano contrari all'interesse superiore del minore.
Interessante, ancora, il passaggio relativo al Regolamento Bruxelles II bis: il Parlamento, invero, ricorda che la rifusione del regolamento Bruxelles II bis mira a tutelare i diritti dei minori chiarendo le norme, abbreviando i procedimenti transfrontalieri riguardanti i minori attraverso scadenze stabilite e l'abolizione dell'exequatur e promuovendo una più stretta cooperazione tra le autorità centrali e lo scambio di informazioni nei casi transfrontalieri.
Viene, inoltre, accolto con favore l'annuncio della Commissione di presentare una proposta legislativa per facilitare il riconoscimento reciproco della genitorialità tra gli Stati membri.
In conclusione, la Risoluzione sottolinea come la mediazione possa essere uno strumento efficace per tutelare l'interesse superiore del minore nei casi di sottrazione transfrontaliera di minori da parte di un genitore.
A tal proposito, invita gli Stati membri a facilitare l'accesso al patrocinio a spese dello Stato per la mediazione nelle controversie familiari transfrontaliere per i genitori che dispongono di risorse finanziarie limitate.